martedì 9 dicembre 2014

Che giova ne le fata dar di cozzo?

Ovvero, a che serve ribellarsi al destino?

Lo aveva capito Dante (Inferno, Canto IX, v. 97), possibile che non lo capisca io?

Perchè mi ostino a giocare, quando è chiaro che non vincerò mai?

No, non questo Dante. Quell'altro, quello di Firenze.
Volete la prova? Eccola: a fronte di 19 goal segnati (un bottino non eccezionale, ma dignitoso) in 13 partite ne ho subiti 32. TRENTADUE.

Sono quasi 2.5 goal a partita. Ogni giornata, immancabilmente, becco l'unico che ha fatto più di uno-due goal, e perdo.

Eppure continuo a giocare, illudendomi di una possibile rimonta dall'ultimo posto solitario.

Mi sa che mi tocca rileggere Dante.

"Figlio mio, io te lo dissi di dedicarti alla lettura.
Ma tu no, andasti a far l'asta per Pisano. Che con quel nome, poi..."